ELETTORALIA
Perché parliamo di elezioni in America
Le presidenziali di quest’anno rappresentano un osservatorio privilegiato per valutare lo stato dell’esperimento democratico americano. Ecco come le racconteremo.
MARIO ALOI / LORENZO COSTAGUTA
26/04/2024
Nel 1782 J. Hector St. John de Crèvecoeur – autore, diplomatico, agricoltore nato francese e in seguito stabilitosi negli Stati Uniti – si chiedeva, nel suo Letters from an American Farmer, cosa fosse dunque «l’americano, quest’uomo nuovo». Domanda complessa, a cui quasi due secoli dopo lo storico, teologo e attivista Vine Deloria Jr non si sentiva ancora in grado di dare una risposta. «Al momento nessuno sa cosa sia davvero l’America», concludeva in una pubblicazione per il bicentenario dalla fondazione. Passati altri cinquant’anni, la questione rimane aperta.
Qualunque approccio alla suddetta questione, però, non può prescindere dal fatto che gli americani stessi, per parte loro, amano definirsi a partire più che altro dalla propria vocazione democratica. Sembrano identificarsi quasi completamente con l’esperimento politico che hanno messo su quasi duecentocinquanta anni fa: quello dell’autogoverno nella sua accezione liberale.
Ma se una tradizione americana esiste, proprio perché democratica, è per costituzione composita e per nulla lineare. Non si legge in un colpo solo. A dirla tutta, parlare di tradizione al singolare è improprio, perché la storia della democrazia statunitense poggia su diverse tradizioni, spesso in contraddizione tra loro. Un esempio su tutti, oggi più esposto degli altri: lo scontro esistenziale tra la tradizione nazionalista bianca e quella della democrazia interrazziale – due storie ugualmente americane, la cui collisione ormai da decenni definisce la relazione tra i partiti maggiori e come si dividono il consenso.
All’alba delle elezioni presidenziali 2024 possiamo dire che queste contraddizioni hanno raggiunto il punto di tensione massima, spingendo il sistema vicino alla paralisi. Uno stallo tale da produrre un’elezione con gli stessi contendenti della precedente, con l’unica vera differenza rappresentata dallo scambio di ruoli tra sfidante e sfidato. Quasi la storia si fosse ingolfata, abbia preso a girare a vuoto.
E la figura di Donald Trump incarna perfettamente questo tira e molla. In un certo senso Trump è venuto a segnalarci che i vecchi equilibri, quelli che hanno tenuto insieme la storia americana nell’ultimo secolo, non reggono più. Che la macchina è fuori giri e ha bisogno di manutenzione. La sua ascesa, i suoi guai politici e giudiziari – e quelli del paese che lo ha eletto e poi licenziato, ma mai accantonato – sembrano suggerirci che l’esperimento democratico tutto sia sulla soglia di una nuova fase, che il patto sociale abbia bisogno di essere rinegoziato.
L’idea dietro America Anno Zero è quella di raccontare e approfondire questa ri-discussione mentre si sviluppa, usando la lente d’ingrandimento della campagna per le presidenziali del 2024 – un recinto all’interno del quale tutto apparirà nella sua forma più estrema e quindi più visibile.
Nella fucina d’idee del sito della Fondazione Feltrinelli, dove quotidianamente si discute dei grandi temi politici contemporanei, porteremo un approfondimento sull’esperimento democratico americano, collegando l’analisi della campagna elettorale del 2024 ai dibattiti sulle sfide globali di questi giorni, come il populismo, l’autoritarismo, la lotta per i diritti delle donne e delle minoranze, le guerre in Europa e in Medio Oriente e lo sviluppo del capitalismo globale e del mondo del lavoro.
America Anno Zero è un progetto editoriale coordinato da uno storico e da un analista politico. Il connubio tra politica e storia sarà la cifra distintiva di questo progetto, in un racconto che ospiterà tante voci e sfrutterà media e formati diversi. In questo spazio non faremo cronaca delle elezioni, ma articoleremo un’analisi ancorata allo sviluppo dei fatti, per testimoniare l’evento particolare, ma senza mai distogliere lo sguardo dal campo lungo della storia, che ci farà ogni volta da sfondo e riferimento, nel tentativo di capire dove va la democrazia americana, e forse la democrazia in generale.